Avevo letto di questa mostra l’anno scorso e pensato che prima o poi sī ci sarei andata.
La mostra ha aperto a giugno dell’anno scorso, 9 mesi fa, e da allora, io non ho né partorito né preso il treno fino a Sunset Park nella Brooklyn al sud di South Slope…il problema non era proprio il treno (con la D da downtown Manhattan ci vogliono 35 minuti), il problema vero è che ad un certo punto questa mostra l’hanno chiamata “Experience” e me venivano un po’ i brividi da ‘intellettuale arrogante’: pensavo alle code del weekend davanti allo stupidissimo museo delle illusioni (si chiama così quello sulla Ottava Avenue e 14esima?) e a tutte queste mostre inventate solo per farsi i selfie…
Poi però ci sono andata, ho preso la D e sono arrivata ad Industry City anche io (e mi sono pure fatta un selfie).
La parte ‘Esperienza’ è davvero l’acchiappa-masse, ci sono tante installazioni per farsi le foto per Instagram con le prospettive inusuali, ci sono le cacce al tesoro per i bambini svegli (?) e una sala giochi dove tenere impegnati i figli con varie attività pseudo-creative. Questa parte non è cosi male come mi aspettavo, o forse semplicemente, dopo aver visto oltre 200 disegni di Escher a due palmi dal naso, ero felice, e del resto non mi importava più.
La mostra, organizzata dalla romana Arthemisia, è la più grande retrospettiva sul maestro mai vista in America. Complimenti!
L’itinerario che si segue è preciso e cronologico: i primi anni, l’Italia, i disegni a scacchiera, gli studi dei paradossi geometrici …
Molti disegni di Escher, li conosciamo già, le scale, le torri di Babele, i pavimenti a scacchi, le mani che si disegnano l’un l’altra, sono tutti motivi che sono stati ripresi per cover di vinili, pubblicità o persino episodi dei Simpson degli anni ’90.
Quello che non sapevo e che ho imparato:
Escher amava il sud Italia e da li ha preso grande ispirazione, viaggiava tanto in Calabria e in Puglia ma ho visto anche due disegni di Ravello, che meraviglia!
che siano litografie o xilografie, i disegni sono così dettagliati che ti possono incantare per ore, tutto è stato studiato da più prospettive, da creatore e da spettatore
le illusioni ottiche ti strappano mille sorrisi
Escher sarà stato anche un genio della matematica e della geometria ma era soprattutto un poeta.
E che poeta!
Photo credits: M.C. Escher
Hand with reflecting sphere, 1935 Litograph
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